Il turismo di lusso, a sentirne parlare, pare aver sfiorato l’assurdo. O meglio: si è spinto dove fino a ieri sembrava impensabile. Oggi certi clienti – pochissimi, molto selezionati – possono farsi portare quasi ovunque: frontiere calde, stati nervosi, lembi di Antartide, perfino luoghi dove il rischio rapimenti non è una nota a piè di pagina ma una variabile concreta. Non si tratta solo di price range, che può salire fino a cifre che mettono i brividi, ma anche di livello di orchestrazione: protocolli, permessi, contatti con governi, staff di sicurezza che ascoltano più radio di quante ne immaginiamo. Il risultato è un combine curioso: adrenalina, ma dentro una bolla di consolation che tenta di non farla scoppiare.
Trasporti blindati, logistica quasi militare
Molti pensano subito a jet privati e champagne. In parte è vero; quasi mai abbastanza. In certi itinerari – alcune aree del Sahel, qualche scalo mediorientale, rotte scomode sul mare – compaiono veicoli con piastre balistiche, elicotteri con scorta, yacht con equipaggi addestrati per gestire scenari complessi.
Gli autisti sono più che chauffeur: si tratta di operatori con esperienza in zone advert alto rischio, spesso sincronizzati con autorità locali e briefing di intelligence sempre aggiornati. Alcuni apprezzano questa organizzazione per il brivido da movie d’azione; altri, come CEO, consulenti, tecnici con incarichi delicati, vi si trovano per motivi di lavoro e preferiscono una protezione che, se non totale, sia comunque la migliore possibile. La dinamica ricorda il on line casino on-line: il rischio fa parte del fascino, ma qui le puntate non sono fiches.
Alloggi fortificati in luoghi (quasi) impossibili
La definizione di lodge rischia di banalizzare queste strutture. In Antartide, il Whichaway Camp, nome che circola spesso, offre tende riscaldate, bagni privati, cucina d’autore e information che conoscono il ghiaccio come un salotto. In altre zone del mondo, quello che nella brochure viene chiamato “resort” assomiglia più a un avamposto diplomatico con tessuti di cashmere.

Ingressi secondari poco visibili, panic room mimetizzate, comunicazioni satellitari ridondate, piani di evacuazione testati e non solo formali. Il personale viene selezionato non soltanto per il servizio impeccabile, ma anche per la capacità di mantenere la calma quando la situazione si complica. In alcuni casi è presente un eliporto sul tetto; talvolta esistono accordi discreti con aziende di sicurezza pronte a intervenire in modo riservato. Non è glamour in senso classico, ma funziona.
Protezione digitale e privateness, fino all’ossessione
La parte invisibile, spesso la più delicata, è il fronte digitale. In paesi con apparati intrusivi o estremamente curiosi, il rischio non è solo teorico: pedinamenti on-line, tentativi di phishing sofisticati, intercettazioni. Le società specializzate forniscono telefoni criptati, reti chiuse, perfino identità digitali “ombra” che confondono chi tenta di tracciare.
Spesso vengono creati profili social fittizi per sfiancare paparazzi e stalker. Un staff IT viaggia insieme al gruppo, monitora il traffico, blocca anomalie, effettua una pulizia preventiva degli account per rimuovere tracce che potrebbero diventare piste. Non è infallibile—niente lo è—ma riduce sensibilmente il margine d’esposizione.
Accessi esclusivi e momenti irripetibili
Qui risiede il vero fascino. Si tratta di attività precluse ai più, talvolta anche ai locali: siti archeologici chiusi, eventi dove il badge non basta, incontri informali con chief politici o capi tribù. Non sempre è possibile, spesso dipende dall’umore del contesto, eppure accade.
Alcuni esempi: visite a rovine in Iraq o Afghanistan con convogli protetti; safari notturni in parchi africani dove dopo il tramonto è vietato persino parlare advert alta voce; accesso a laboratori di ricerca in Antartide o ex basi militari siberiane ormai inattive ma ancora sorvegliate. Alcune di queste storie sembrano quasi leggenda.
Il futuro del settore, a occhio, non rallenta. La domanda di “nuovo” tra gli ultra-ricchi non sembra calare; al contrario, cresce. Forse arriveranno pacchetti ancora più estremi, magari con tecnologie di sicurezza oggi prototipali. Il prezzo resta elevatissimo e non solo in euro: tempo, rischi, compromessi. Ma per chi può permetterselo e lo desidera, questa rappresenta l’ultima – provvisoria – frontiera del viaggio esclusivo.